Fra i vari diritti calpestati ricordiamo quelli dei passeggeri del trasporto aereo che – avendo prenotato un volo poi cancellato a causa della diffusione del Covid-19 – ci hanno rimesso di tasca propria.
Si pensi che solo in Europa, 7000 rotte aeree sono state chiuse e cancellati molti voli da marzo 2020 a marzo 2021.
Infatti, nonostante la legislazione europea preveda il diritto al rimborso dei biglietti o un servizio alternativo in caso di cancellazione del volo, di fatto le Compagnie hanno imposto ai passeggeri di accettare buoni viaggio in luogo del denaro o rimborsi la cui procedura si è rivelata lunga oltre i limiti temporali previsti per legge ( 7/10 gg.).
Il percorso si è dimostrato ancor più difficile per quei passeggeri che hanno acquistato i biglietti da agenzie di viaggio, o da altri Intermediari, perché sono stati spesso “dirottati” presso le Compagnie aeree per ottenere poi un rimborso tardivo, a volte parziale e in alcuni casi, per non riceverlo affatto.
E pensare che vi sono stati importanti interventi economici da parte degli Stati membri per sostenere le Compagnie aeree nel difficile momento pandemia che ha causato le note crisi finanziarie.
L’errore, probabilmente, è stato quello di lasciare nelle mani delle Compagnie aeree la gestione dei rimborsi ai passeggeri che si sono trovati subordinati alle modalità che ogni Compagnia ha messo in campo per risolvere il problema dei voli non effettuati (modalità peraltro diverse da Compagnia a Compagnia) creando così, all’interno della Comunità Europea, una evidente disparità di trattamento. Sarebbe servita, quindi, un’unica modalità operativa chiara, semplice e veloce da applicare a tutti i casi analoghi…. a difesa dei diritti dei consumatori.