Se si prova a stabilire l’inizio della storia degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM), bisogna fare un salto indietro di circa 80 anni. In quei tempi in Europa si iniziava a finanziare ricerche per ottenere delle varietà di cereali geneticamente più produttive e dalle caratteristiche più idonee alla raccolta meccanizzata per ridurre costi ed aumentare la resa. Nel 1944 la Rockfeller Foundation in collaborazione con il Governo messicano organizzò un progetto, diretto da Norman Borlaug (Premio Nobel per la Pace nel 1970), che prende il nome di “Rivoluzione Verde”.
Il progetto prevedeva l’introduzione di nuove piante, ottenute da incroci, che avrebbero permesso al Messico, e in seguito all’India e al sud-est Asiatico, che negli anni 40’ vivevano una condizione di scarsa produzione alimentare, di raggiungere una posizione di autosufficienza e di divenire, in futuro, esportatori rispettivamente di grano per il Messico e di riso per l’Asia.
Il miglioramento genetico consisteva nell’incrocio di piante molto produttive con altre dall’altezza ridotta e se ci limitiamo ad osservare il fenomeno con un approccio “Top-down”, lo scopo unico di far aumentare la produzione cerealicola dei paesi coinvolti è stato raggiunto pienamente.
Sembra tutto “rose e fiori”, anche se “cereali e riso” sarebbe più adeguato, se non andassimo ad approfondire degli aspetti critici di notevole importanza:
- Le “nuove” piante non sostituivano semplicemente le “vecchie”, ma bisognava affiancare tutto il “pacchetto” di tecnologie che servivano per la loro coltivazione (fertilizzanti, fitofarmaci e mezzi tecnici).
- Visto l’elevato investimento solo i grandi produttori disposero dei mezzi per avvicinarsi a queste nuove colture.
- L’impossibilità da parte dei piccoli agricoltori locali di poter affrontare un tale investimento portò questi a dover cedere le terre ai grandi agricoltori.
- Avvenne una grossa affluenza nelle aree urbane tale da congestionarle.
- Si venne a creare sottoproletariato urbano.
- Le monoculture sono più vulnerabili e pertanto necessitano di ulteriori supporti tecnici che provocano ulteriore inquinamento ambientale e problemi di salute umana.
- Infine, ciò che maggiormente importa, detto in semplici parole: “ chi povero era, povero è rimasto”.
In Asia i braccianti agricoli e tutta la popolazione in genere, vista la loro condizione di povertà e l’altissima disponibilità di riso, andarono incontro a grossissimi problemi nutrizionali. La dieta “monotona” ha portato ad inevitabili carenze nutrizionali e, nello specifico, alla mancanza di provitamina A, causa di cecità e di morte per migliaia di persone ( VAD: Vitamin A Deficieny).
Le “Biotecnologie” si possono considerare l’evoluzione della Rivoluzione Verde e nascono con lo scopo di risolvere delle problematiche umane relative alla nutrizione globale, superando le barriere naturali grazie all’introduzione di geni estranei, provenienti da specie tassonomicamente anche molto diverse.
Pensando di risolvere la VDA e per recuperare la reputazione negativa derivata dalle critiche avanzate alla “Rivoluzione Verde” si spesero decine di milioni di dollari nel progetto “Golden Rice”.
Il Golden Rice è una varietà di riso geneticamente modificata che sintetizza il beta-carotene (provitamina A) e che, per i sostenitori, avrebbe potuto salvare milioni di vite. Chi al contrario non appoggia questa soluzione avanza una serie di critiche a supporto:
- Non ci sono sufficienti studi a garantire che gli OGM non procurino delle allergie e che i loro geni non si trasferiscano nelle specie naturali.
- Esiste la possibilità che si vengano a creare dei patogeni resistenti.
- Queste tecnologie, ad alto costo, sono proprietà di poche multinazionali le quali detengono i brevetti e costringono i coltivatori interessati a riacquistare ogni anno le semenze impedendogli di conservare i semi dell’anno prima, sia con mezzi contrattuali che con stratagemmi genetici come il caso dei “Geni Terminator”, semi modificati geneticamente perchè non siano fertili.
- L’impatto economico e sociale dei paesi in via di sviluppo è forse anche maggiore di quello della Rivoluzione Verde.
I rimedi nutrizionali secondo molte associazioni ed esperti non sono efficaci e l’esempio del Golden Rice è solo un altro metodo per chi detiene le proprietà dei brevetti delle biotecnologie per fare soldi, senza tenere in considerazione le reali problematiche dei paesi poveri.
Obbiettivamente una civiltà così povera da ammalarsi per la malnutrizione, visto che si nutre solo di riso, non può essere aiutata modificando geneticamente un riso che sintetizzi il beta carotene. Sarebbe eticamente più corretto metterla nella condizione di migliorare la propria condizione economica per poter condire il riso con vegetali, alternare il riso con altri cereali, mangiare leguminose, oleaginose, prodotti di origine animale e, perché no, un bicchiere di buon vino.
Il mais OGM resiste agli attacchi dei lepidotteri perchè, grazie all’introduzione di un gene batterico, produce una tossina che si sintetizza in forma inattiva e si attiva all’interno del sistema digerente dell’insetto e non si attiva nell’apparato digerente umano (per il momento). Ma se il mais si ammala è perché le monoculture sono più soggette all’attacco parassitario visto che l’insetto, che naturalmente si nutre della coltura in questione, viene a proliferare indisturbato; al contrario in un habitat naturale, nel rispetto della biodiversità, coesistono fattori contaminanti insieme ai loro “nemici naturali” e si crea un equilibrio che non causa alcun problema.
Se nel pianeta abbiamo interi paesi in ginocchio dalla fame è perché la ricchezza è mal distribuita e queste soluzioni non sono assolutamente sostenibili e servono solo ad arricchire chi detiene i brevetti e rende sempre più povero il paese sottosviluppato che viene sfruttato mascherando il gioco con motivazioni morali di comodo.
di Claudio Merlo