La circostanza che il fumo da sigarette nuoce alla salute è un fatto ormai notorio sin dagli anni ’60 dello scorso secolo. La produzione e commercializzazione di sigarette costituisce attività pericolosa ai sensi dell’art. 2050 c.c., perché il rilevante pericolo che essa introduce consegue all’uso tipico e normale del prodotto, e non ad un suo uso anomalo.
Vi è una responsabilità del produttore nei confronti di tanti consumatori ammalatisi di cancro ai polmoni, sino a quando la legge non ha imposto l’obbligo di introdurre avvisi da inserire nelle etichette dei prodotti (ad es. “il fumo uccide”; “il fumo nuoce gravemente alla salute”; ect. ect..). La condotta del fumatore che persevera nel fumare, nonostante la consapevolezza dei rischi di danno, costituisce causa efficiente esclusiva dell’evento, ai sensi dell’art. 41 c.p., valendo ad interrompere il nesso di causalità tra l’omissione di avvertenze sui rischi del fumo e il danno.
Ma siamo davvero convinti che una generica e striminzita avvertenza su un’etichetta del prodotto sia sufficientemente efficace a far desistere il consumatore dal fumare?
Tanti altri prodotti di consumo, oltre il tabacco, sono parimenti dannosi per la salute dei consumatori e vengono costantemente sconsigliati dai medici; il consumatore rischia così di incorrere nell’errore di considerare le predette avvertenze come semplici e generiche “prescrizioni di stile”.
Ad avviso di chi scrive una seria prevenzione per la salute del consumatore di tabacco dovrebbe essere riprogrammata dal legislatore ed imposta ai produttori; ad esempio potrebbe sicuramente essere utile inserire, all’interno dei pacchetti di sigarette, un foglietto illustrativo (come un comune bugiardino dei medicinali) ove riportare le singole malattie che il fumo può generare (quantomeno quelle conosciute ad oggi), le percentuali dei decessi per il fumo (anno per anno), le condizioni fisiche a cui si riduce un malato di cancro o anche di enfisema polmonare da fumo (magari anche tramite delle immagini).
Questa sicuramente potrebbe essere una giusta prevenzione.
a cura dell’avv. Luigi Sciacovelli